lunedì 2 novembre 2015

#1 Riordinare le idee

Ciao! Mi chiamo Bianca, ho quindici anni e sto cominciando a organizzare le idee per il mio quarto anno all'estero. Frequento un liceo scientifico piuttosto impegnativo a Trento e fino a circa una settimana fa, ero certa di passare un solo semestre all'estero: non volevo perdermi troppa scuola in Italia per non aver problemi a recuperare e avevo sentito anche dire che la quarta liceo era la più bella di tutte. Non volevo perdermi un intero anno del mio liceo per qualcosa che in fondo mi serviva solo in parte. Parlerò anche di questo.
Fare l'anno all'estero è sempre stato qualcosa che avrei fatto, non c'erano storie, i miei soprattutto erano quelli a insistere. E poi vabè, la voglia di imparare l'inglese e vivere nuove esperienze c'è sempre stata.
Quando sono andata all'incontro di Intercultura non ero ancora sicura di niente: tra i miei desideri principali c'era quello di andare in Canada, per poter imparare l'inglese e frequentare una scuola di buon livello in modo da non perdere troppo una volta tornata in Ialia. Dopo l'incontro è tutto cambiato: ho parlato con una ragazza che aveva passato un anno in Giappone senza sapere una parola, e mi sono resa conto che in fondo oltre all'imparare la lingua dovevo anche sfruttare l'opportunità e godermi l'esperienza. 
Mi viene quindi il trip di inserire tra le preferenze anche un paese del nord Europa (ovviamente il tutto per via teorica, la vera iscrizione l'ho fatta solo ieri, ma ne parlerò più avanti), oltre a Germania, Honduras e Cile tra i più improbabili. 
Io e mia mamma siamo andate a parlare con un ragazzo, figlio di una sua amica, che ha trascorso un anno in Russia con Intercultura e ci siamo fatte raccontare un po' in generale di quello che aveva sperimentato. Era più che felice, ma in famiglia non si era trovato troppo bene. Tra l'altro ci ha raccontato, ma questo chiaramente non c'entra nulla con Intercultura, di un ragazzo che nella sua host-family era talmente antipatico al suo host-brother, che questo gli ha dato fuoco alla camera mentre lui era dentro. Terrificante. 
Vabé, torno a casa felice e contenta, sempre più convinta di iscrivermi ad Intercultura, se non fino a quando mi arriva il messaggio vocale della mia migliore amica che mi chiede perché vado con Intercultura, visto che la mia priorità è la lingua e che con quell'associazione rischio di non finire in un paese anglofono. Aveva ragione. Allora ho tirato fuori tutti i cataloghi delle associazioni che ci avevano dato a scuola, in particolare quello di YouAbroad e di Talk Business, che durante una breve presentazione erano quelle che ci avevano colpito di più, e ricominciato a studiarli tutti da capo.
C'è sicuramente da dire che senza borse di studio, il mio viaggio all'estero senz'altro sarà infattibile, e soprattutto a mia mamma piaceva Intercultura perché permetteva di averne alcune veramente valide. Ma dato che ci sono borse di studio anche regionali, abbiamo deciso, dopo lunghe riflessioni (!), di iscrivermi inizialmente al colloquio con Intercultura (visto che il termine per le iscrizioni è il 10 novembre), vedere un po' cosa mi dicono, anche perché dovrebbero un minimo aiutarmi nella scelta di luogo e durata, e nel caso dovessi finire in un posto sperduto dove manco si parla inglese, concorrerei al bando per le borse di studio regionali e partirei con YouAbroad.
Con Intercultura un anno in Canada è infattibile, visto che il Canada di un anno è solo quello francofono, quindi in caso si tratterebbe di andare in USA oppure in Sudafrica. Se nessuna di queste due possibilità fosse realizzabile, allora partirei direttamente con YouAbroad per il Canada o gli USA, e in casi estremi con Talk Business per UK e Irlanda. 

Parliamo della pre-iscrizione:
Una volta inseriti i dati nel sito di Intercultura e fatto il pagamento per il colloquio, mi hanno detto subito l'ora del colloquio individuale e dei moduli da compilare online in cui devo presentarmi, parlare di me, della famiglia, attività sportive eccetera. Tra l'altro, devo inserire anche i paesi di preferenza, ma aspetto di farlo ancora per qualche giorno perché voglio essere sicura cento per cento. Se poi voglio concorrere per i concorsi di paesi dove si parla inglese, devo sostenere un esame per verificare di avere un livello minimo. Non sono preoccupata per l'esame, ma molto di più per il colloquio, visto che dire che voglio andare con loro in un paese solo per imparare la lingua è come bestemmiare ahah

Sono così paurosa a compilare i moduli e dire per quanto voglio stare via, anche perché ho letto dei blog di due ragazze Exchange (se vi interessano, sono questo e questo), di cui una diceva che un anno era troppo lungo, e dopo quattro mesi avrebbe voluto aver deciso di rimanere per sei invece che per dieci. Diceva anche che la scuola americana (dove stava lei), era totalmente diversa da quella italiana, e aveva l'impressione di non fare nulla e di perdere solo tempo, visto che ormai l'inglese l'aveva imparato eccome. 
Però penso che se decidessi di partire per sei mesi, sicuramente in futuro me ne pentirei, e comunque tornare alla scuola italiana a gennaio dopo aver perso sei mesi e doversi rimettere al passo sarebbe una missione suicida. E anche se dovessi aver difficoltà a recuperare l'estate del mio ritorno, non importa: la vita è una e devo viverla senza dovermi preoccupare di riuscire sempre ad avere ottimi voti e riuscire in tutto senza un minimo di sforzo. Se uscirò dalla maturità con un voto basso non importerà: la mia esperienza l'ho fatta e nessuno può togliermi quello che ho vissuto e imparato. 
Avevo paura di partire per  sei mesi per perdermi troppo di quello che avrebbero vissuto i miei compagni senza di me, ma ho capito anche che quello che perderò in Italia lo guadagnerò all'estero, trovando una seconda famiglia, nuovi amici, guadagnando l'autonomia, imparando una nuova lingua, una nuova cultura, un nuovo modo di vivere e di pensare. Potrò staccarmi per un anno da questa realtà quotidiana che sta cominciando lentamente a sembrarmi monotona e ripetitiva, per poi tornare e apprezzare ogni piccola cosa che mi ero lasciata indietro. Pentirmi di essere partita per un anno invece di un semestre solo, succederà solo una volta arrivata nel mio host-country, e tutto quello che posso fare per ora è solo fantasticare su quanto sarà bello, aver paura di lasciare per un anno la mia famiglia, pensare a come sarà senza qualcuno che mi conosce come il palmo della sua mano e dover finalmente affrontare la mia vita e la me stessa che tante volte tendo a nascondere e seppellire. 
In questo viaggio voglio trovare me stessa, voglio trovare quello che sono e quello che voglio fare, voglio sentire sulla mia pelle cosa vuol dire essere da soli in una realtà che non ci appartiene. 
Ma alla fine, sono solo dall'altra parte del mondo no?

Bianca



I sogni muoiono solo se muoiono i sognatori


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